martedì 3 marzo 2009

Complimenti...

Complimenti davvero a quelli che hanno sempre le conoscenze giuste, a quelli che il voltagabbana è il loro sport preferito, a quelli che stanno dalla parte dei vincitori ovunque essa sia.
Un plauso sincero a chi riesce ancora a guardarsi nello specchio anche se è marcio, a chi cambia le regole mentre sta giocando, a chi delle regole semplicemente se ne infischia.
Grazie a tutti quelli che "il merito non so cosa sia", quelli che urlano, sgomitano, calpestano e in qualche modo arrivano, quelli che non sanno niente ma pretendono di insegnare, quelli che scelgono gli amici tra coloro che gli servono, quelli che le tasse le pagano i fessi, quelli che la bustarella e la raccomandazione non è reato.
Vi faccio i complimenti perchè sembra che stiate in vantaggio ma non gioite perchè anche se vincete fate schifo lo stesso!

sabato 21 febbraio 2009

Conoscenza come impegno civile

"Cercavo di capire se i sentimenti umani erano in grado di fronteggiare una così grande macchina di potere, se era possibile riuscire ad agire in un modo, in un qualche modo, in un modo possibile che permettesse di salvarsi dagli affari, permettesse di vivere al di là delle dinamiche di potere. Mi tormentavo, cercando di capire, scoprire, sapere senza essere divorati, triturati. O se la scelta era tra conoscere ed essere compromessi o ignorare - e riuscire quindi a vivere serenamente. Forse non restava che dimenticare, non vedere. Ascoltare la versione ufficiale delle cose, trasentire solo distrattamente e reagire con un lamento. Mi chiedevo se potesse esistere qualcosa che fosse in grado di dare possibilità di una vita felice, o forse dovevo solo smettere di fare sogni di emancipazione e libertà anarchiche e gettarmi nell'arena, e iniziare a fare affari, quelli veri. Convincermi di essere parte del tessuto connettivo del mio tempo e giocarmi tutto, comandare ed essere comandato, divenire una belva da profitto un rapace della finanza, un samurai dei clan; e fare della mia vita un campo di battaglia dove non si può tentare di sopravvivere, ma solo di crepare dopo aver comandato e combattuto. [...] così conoscere non è più una traccia di impegno morale. Sapere, capire diviene una necessità. L'unica possibile per considerarsi ancora uomini degni di respirare."

(Roberto Saviano, Gomorra)

DEDICATO A TUTTI COLORO CHE PREFERISCONO RIMBOCCARSI LE MANICHE PER CAMBIARE LE COSE PIUTTOSTO CHE RESTARE NELL'IGNORANZA CHE GENERA VIOLENZA

venerdì 6 febbraio 2009

Vergogna

Mi vergogno di vivere in un paese in cui il governo può decidere come deve morire una persona, in cui non c'è rispetto per il dolore e i sentimenti, in cui i problemi urgenti vengono trascurati in nome del presenzialismo.
Mi vergogno di vivere in un paese in cui una persona malata o sofferente non potrà farsi curare solo perchè è straniera o sfortunata, in cui i ministri inneggiano alla "cattiveria" invece che alla giustizia e all'onestà.
Mi vergogno di vivere in un paese in cui ragazzi di 16 o 18 o 30 anni danno fuoco a un essere umano perchè si annoiano e in cui una donna intervistata chiama questi comportamenti criminali "semplici ragazzate".
Mi vergogno di vivere in un paese in cui in nome della sicurezza si calpestano i diritti umani, in cui si schedano i senzatetto, in cui si accendono gli istinti peggiori a partire dalla paura.
E siccome non voglio sentirmi responsabile di questa vergogna, farò del tutto per reagire e per far emergere un paese diverso.

martedì 27 gennaio 2009

Dopo il concerto di Guccini...

Guccini: una scoperta tardiva da parte mia ma forse ancor più gradita.

"Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede, nei miti eterni della patria o dell'eroe perchè è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura, una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto e un dio che è morto, nei campi di sterminio dio è morto, coi miti della razza dio è morto con gli odi di partito dio è morto... Ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perchè noi tutti ormai sappiamo che se dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo dio è risorto, in ciò che noi vogliamo dio è risorto, nel mondo che faremo dio è risorto..."
(Dio è morto)

"Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati, buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza; godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe. Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna."
(Cirano)

"sono stato anch'io un realista, ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista, l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna, preferisco le sorprese di quest'anima tiranna che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti, ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti. Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire, ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire... "
(Don Chisciotte)

"Ho ancora la forza di starvi a raccontare le mie storie di sempre, di come posso amare, di tutti quegli sbagli che per un motivo o l'altro so rifare... E ho ancora la forza di chiedere anche scusa o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa, di dirvi che comunque la mia parte ve la posso garantire... "
(Ho ancora la forza)

"Vorrei restare per sempre in un posto solo per ascoltare il suono del tuo parlare e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo impliciti dentro al semplice tuo camminare e restare in silenzio al suono della tua voce o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso dimenticando il tempo troppo veloce o nascondere in due sciocchezze che son commosso. Vorrei cantare il canto delle tue mani, giocare con te un eterno gioco proibito che l'oggi restasse oggi senza domani o domani potesse tendere all'infinito e lo vorrei perchè non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei..."
(Vorrei)

martedì 13 gennaio 2009

Speranze per l'anno nuovo

"esiste una speranza per questo Paese ma occorre vincere la tendenza, purtroppo oggi molto diffusa, di chiudersi nel privato. Oggi è più che mai necessario superare questa pigrizia, chiamiamola così, o indifferenza, e far diventare meno rari i momenti in cui la gente si riunisce per dire la propria, per confrontarsi. Certo, ritrovarsi è più facile nei piccoli centri dove le persone, quando parlano, si guardano negli occhi e capiscono immediatamente chi hanno di fronte, piuttosto che nelle grandi cittàdove la spersonalizzazione fa sì che le idee emergano con maggiore difficoltà. Quindi, anche se sono deluso dalla politica dei partiti, credo fermamente nella possibilità di un cambiamento"
(Leo Nodari, In viaggio con mio padre di Bice Biagi)

domenica 30 novembre 2008

Finzione e realtà


Sembra un dato di fatto che l'uomo - e forse la donna ancora di più - abbia bisogno di una certa dose di finzione, vale a dire, abbia bisogno dell'immaginario oltre che dell'accaduto e del reale. [...] Preferisco dire che ha bisogno di conoscere il possibile oltre il vero, le congetture e le ipotesie i fallimenti oltre i fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre quello che è stato. [...] ogni percosro si compone anche delle nostre perdite e dei nostri rifiuti, delle nostre omissioni e dei nostri desideri insoddisfatti, di ciò che una volta abbiamo tralasciato o non abbiamo sceltoo non abbiamo ottenuto, delle numerose possibilitàche nella maggior parte dei casi non sono giunte a realizzarsi - tutte tranne una, alla fin fine -, delle nostre esitazioni e dei nostri sogni, dei progetti fallitie delle aspirazioni false o deboli, delle paure che ci hanno paralizzato, di ciò che abbiamo abbandonato e di ciò che ci ha abbondonato. Insomma, noi persone forse consistiamo tanto in ciò che siamo quanto in ciò che siamo stati, tanto in ci che è verificabile e quantificabile e rammemorabile quanto in ciò che è più incerto, indeciso e sfumato, forse siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere.
(Javier Marìas, Domani nella battaglia pensa a me)

sabato 8 novembre 2008

Anche noi possiamo

Credendo nel motto "We can" Obama è diventato presidente degli Stati Uniti.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo: possiamo credere che i desideri si avverino con la forza della volontà, che il talento non è tutto se non viene coltivato con il sacrificio e la costanza, che la società può migliorare con il nostro contributo, anche se il miglioramento è lento e infinitesimale.
Possamo sperare che la scuola pubblica non venga smantellata, che la democrazia venga difesa, che gli studenti che manifestano pacificamente non vengano scambiati per terroristi.
Possiamo volere che la ricchezza di un paese o di una persona non si misuri soltanto in euro, che non si cada in facili schemi o generalizzazioni, che i governanti siano un pochino migliori dei governati.
Possiamo far sì che nessuno si senta straniero, che tutti abbiano le stesse opportunità di partenza, che ciascuno guardi con fiducia al proprio futuro.
Possiamo tutto questo ma dobbiamo volerlo con forza, determinazione e senza smettere mai, perchè costerà fatica e davvero tanto tempo.