domenica 30 novembre 2008

Finzione e realtà


Sembra un dato di fatto che l'uomo - e forse la donna ancora di più - abbia bisogno di una certa dose di finzione, vale a dire, abbia bisogno dell'immaginario oltre che dell'accaduto e del reale. [...] Preferisco dire che ha bisogno di conoscere il possibile oltre il vero, le congetture e le ipotesie i fallimenti oltre i fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre quello che è stato. [...] ogni percosro si compone anche delle nostre perdite e dei nostri rifiuti, delle nostre omissioni e dei nostri desideri insoddisfatti, di ciò che una volta abbiamo tralasciato o non abbiamo sceltoo non abbiamo ottenuto, delle numerose possibilitàche nella maggior parte dei casi non sono giunte a realizzarsi - tutte tranne una, alla fin fine -, delle nostre esitazioni e dei nostri sogni, dei progetti fallitie delle aspirazioni false o deboli, delle paure che ci hanno paralizzato, di ciò che abbiamo abbandonato e di ciò che ci ha abbondonato. Insomma, noi persone forse consistiamo tanto in ciò che siamo quanto in ciò che siamo stati, tanto in ci che è verificabile e quantificabile e rammemorabile quanto in ciò che è più incerto, indeciso e sfumato, forse siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere.
(Javier Marìas, Domani nella battaglia pensa a me)

sabato 8 novembre 2008

Anche noi possiamo

Credendo nel motto "We can" Obama è diventato presidente degli Stati Uniti.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo: possiamo credere che i desideri si avverino con la forza della volontà, che il talento non è tutto se non viene coltivato con il sacrificio e la costanza, che la società può migliorare con il nostro contributo, anche se il miglioramento è lento e infinitesimale.
Possamo sperare che la scuola pubblica non venga smantellata, che la democrazia venga difesa, che gli studenti che manifestano pacificamente non vengano scambiati per terroristi.
Possiamo volere che la ricchezza di un paese o di una persona non si misuri soltanto in euro, che non si cada in facili schemi o generalizzazioni, che i governanti siano un pochino migliori dei governati.
Possiamo far sì che nessuno si senta straniero, che tutti abbiano le stesse opportunità di partenza, che ciascuno guardi con fiducia al proprio futuro.
Possiamo tutto questo ma dobbiamo volerlo con forza, determinazione e senza smettere mai, perchè costerà fatica e davvero tanto tempo.