venerdì 16 maggio 2008

Sulla precarietà

Leggo spesso articoli ed ascolto dibattiti sul tema della precarietà che investe soprattutto il mondo giovanile ed è innegabile che questo sia il principale problema della nostra generazione (intendo quella dei trentenni...o giù di lì). Mi è capitato non di rado di parlarne con amici o persone più grandi ed ho sempre sostenuto - un po' sul serio, un po' per ridere - che la mia sia la generazione più sfortunata dal dopoguerra ad oggi.
Con tale affermazione non mi riferisco, ovviamente, ad un malessere economico (ma in futuro forse dovremo fare i conti anche con quello) quanto piuttosto ad un malessere "esistenziale", che ci impedisce di fare progetti con serenità e fiducia, di immaginarci domani più ricchi e più felici, di avere bambini, di costruirci un futuro stabile, di affrancarci dalla condizione di eterni figli.
Secondo me la precarietà del lavoro è solo un aspetto del problema e non centrale. Il punto fondamentale non è che il lavoro possa essere temporaneo o che si debba cambiare lavoro tante volte nella vita; il nodo cruciale è l'IMMOBILITA'.
Infatti, non abbiamo la possibilità di entrare e uscire facilmente dal mondo del lavoro, di far valere le nostre capacità e di riceverne in cambio la giusta retribuzione e il giusto riconoscimento sociale: la società è bloccata e la mobilità sociale è intesa solo all'indietro. Finchè non muterà questa situazione, la precarietà diventerà la nostra condizione di vita "naturale".
Per consolarci, pensiamo che a volte la mancanza di certezze stimola la creatività... speriamo solo che non sia il preludio al venir meno del talento e dell'impegno.

domenica 11 maggio 2008

Qualcosa di nuovo sta nascendo...anche a Subiaco

Ieri 10 maggio qui a Subiaco si è tenuto a battesimo un nuovo movimento civico, che si chiama in modo emblematico "Cambiamo Subiaco".
Il progetto è scaturito dalla "folle" intuizione di un gruppo di ragazzi, provenienti da esperienze diverse e accomunati dalla passione civile, dall'amore per il proprio territorio e dalla volontà di non arrendersi al lento declino che sta investendo il nostro paese. L'entusiasmo e l'interesse che la presentazione del movimento ha suscitato è davvero incoraggiante, soprattutto perchè il movimento si muove con logiche nuove, parla un linguaggio diverso e moderno, si pone obiettivi ambiziosi e "scomodi" nella misura in cui non vuole facili scorciatoie ma soluzioni concrete ai problemi collettivi. La grande forza e insieme il grande rischio è l'eterogeneità dei componenti, che programmaticamente vogliono porsi come incontro e sintesi degli orientamenti e delle istanze più diverse e apparentemente più lontane.
C'è già stato (e probabilmente ci sarà anche in seguito) chi ha provato a tirare dalla sua parte il movimento per cercare di farlo aderire ai propri interessi oppure chi ha criticato forme e contenuti senza neanche attendere la prova dei fatti. Ma la critica è sempre segno di interesse e se questo movimento alla sua prima uscita ufficiale riesce già a suscitare dibattito, chissà cosa potrà fare quando passerà all'azione...
Non so immaginare ora se e cosa questo movimento saprà costruire ma ha già dimostrato che il nostro paese non è così addormentato come sembrava e può ancora risvegliarsi: basta guardare al futuro con fiducia, tutti insieme.
Grazie di questo inizio!

Per sapere come sostenere "Cambiamo Subiaco" ed essere informati delle prossime iniziative, segnalo con piacere il sito www.cambiamosubiaco.it.

giovedì 8 maggio 2008

Un libro da leggere e da consigliare


La fabbrica delle donne di Goffredo Buccini è un romanzo davvero toccante e potente: non lo conoscevo prima che me lo regalassero ma adesso, dopo averlo letto, sento di consigliarlo a chiunque ami le letture non convenzionali.
E' un libro contemporaneo e antico, è un libro assoluto, nel senso che parla dell'Uomo, delle sue debolezze, delle sua atrocità, dei suoi desideri, delle sue conquiste e per questo è come sospeso in un tempo e luogo indefiniti, anche se è ambientato ai giorni nostri.
Narra la storia semplice e tremenda nella sua banalità di un paese di provincia del Sud Italia, in cui globalizzazione e tradizione si scontrano, facendo emergere le paure più arcaiche che attanagliano i nostri cuori: la paura dello straniero, del diverso, del cambiamento. I temi toccati nel libro sono davvero profondi - lo sfruttamento del lavoro, la violenza sulle donne, la criminalità, il razzismo - e sono affrontati dal punto di vista di un ragazzino, che affronta quella che forse è la sfida più grande: il difficile cammino verso l'età adulta.
Su tutto troneggia un linguaggio originalissimo ed efficace, che sa unire a meraviglia l'italiano al dialetto e che adotta costruzioni delle frasi tipiche del parlato e per questo ancora più vivide.
E' un libro che fa sorridere per l'ingenuità di alcuni personaggi, che fa commuovere per il dolore della perdita, che fa agghiacciare per la malvagità a cui scende la gente "normale, che senza dubbio coinvolge e spinge ad arrivare alla fine.

Un affresco dell'Italia di oggi e dell'Italia di sempre, uno scrittore da scoprire e da apprezzare.

Il romanzo è pubblicato da Mondadori (http://www.mondadori.it/) e si può naturalmente acquistare anche on-line (http://www.ibs.it/ oppure http://www.bol.it/).