domenica 30 novembre 2008

Finzione e realtà


Sembra un dato di fatto che l'uomo - e forse la donna ancora di più - abbia bisogno di una certa dose di finzione, vale a dire, abbia bisogno dell'immaginario oltre che dell'accaduto e del reale. [...] Preferisco dire che ha bisogno di conoscere il possibile oltre il vero, le congetture e le ipotesie i fallimenti oltre i fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre quello che è stato. [...] ogni percosro si compone anche delle nostre perdite e dei nostri rifiuti, delle nostre omissioni e dei nostri desideri insoddisfatti, di ciò che una volta abbiamo tralasciato o non abbiamo sceltoo non abbiamo ottenuto, delle numerose possibilitàche nella maggior parte dei casi non sono giunte a realizzarsi - tutte tranne una, alla fin fine -, delle nostre esitazioni e dei nostri sogni, dei progetti fallitie delle aspirazioni false o deboli, delle paure che ci hanno paralizzato, di ciò che abbiamo abbandonato e di ciò che ci ha abbondonato. Insomma, noi persone forse consistiamo tanto in ciò che siamo quanto in ciò che siamo stati, tanto in ci che è verificabile e quantificabile e rammemorabile quanto in ciò che è più incerto, indeciso e sfumato, forse siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere.
(Javier Marìas, Domani nella battaglia pensa a me)

sabato 8 novembre 2008

Anche noi possiamo

Credendo nel motto "We can" Obama è diventato presidente degli Stati Uniti.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo: possiamo credere che i desideri si avverino con la forza della volontà, che il talento non è tutto se non viene coltivato con il sacrificio e la costanza, che la società può migliorare con il nostro contributo, anche se il miglioramento è lento e infinitesimale.
Possamo sperare che la scuola pubblica non venga smantellata, che la democrazia venga difesa, che gli studenti che manifestano pacificamente non vengano scambiati per terroristi.
Possiamo volere che la ricchezza di un paese o di una persona non si misuri soltanto in euro, che non si cada in facili schemi o generalizzazioni, che i governanti siano un pochino migliori dei governati.
Possiamo far sì che nessuno si senta straniero, che tutti abbiano le stesse opportunità di partenza, che ciascuno guardi con fiducia al proprio futuro.
Possiamo tutto questo ma dobbiamo volerlo con forza, determinazione e senza smettere mai, perchè costerà fatica e davvero tanto tempo.

sabato 18 ottobre 2008

Nel cuore della provincia americana



Questo libro apre una finestra sull'America profonda, quella che raramente ha i titoli in prima pagina se non quando capita qualche strage o calamità naturale. Quella parte di America più bigotta, più conservatrice, più attenta alle apparenze e più stridente di contraddizioni, che spesso stupisce noi italiani ma che ancora più spesso ci influenza nei costumi e nei consumi.

La protagonista è Ruth, una donna divorziata con due figlie, che insegna Educazione sessuale nel liceo della sua cittadina.

L'altro protagonatista della storia è Tim, l'allenatore di calcio della figlia più piccola di Ruth e membro di un gruppo religioso cristiano fondamentalista.

Lo scontro sembra inevitabile e infatti la vita di Ruth potrebbe essere spazzata via ma il dio dell'ignoranza, della vergogna e della guerra al prossimo non può prendere il sopravvento a lungo e Tim e Ruth scopriranno di avere più cose in comune di quanto credano.

Il romanzo sa ben raccontare i contrasti del nostro tempo, facendo capire che laicità e integralismo, libertà e tradizione sono aspetti con cui dobbiamo fare i conti. Quanto poco ci vuole per distruggere una reputazione quando ci si ferma alle apparenze e quanto è difficile ascoltare l'altro e comprendere le ragioni vere e i bisogni che stanno dietro alle azioni: ecco il semplice insegnamento che possiamo trarre dal libro.

La casa editrice che ha pubblicato in Italia "L'insegnante di astinenza sessuale" si chiama E/O ed è una delle case editrici più frizzanti ed innovative del panorama contemporaneo, oltre che una delle più attente alle novità internazionali. Consiglio di fare una capatina sul sito www.edizionieo.it, che tra l'atro è ben strutturato e gradevole.

giovedì 16 ottobre 2008

In breve

Sono rimasta un po' indietro... Più volte nei giorni scorsi avrei voluto scrivere qualche pensiero, qualche sfogo ma mi sono limitata a pensarlo e a farmi prendere dalla stanchezza o dalla pigrizia.
Ultimamente passo parecchio tempo davanti al pc, un po' per lavoro, un po' per passione e il blog rimane sempre alla fine, quando ormai gli occhi e la testa non ce la fanno più.
Non è certo stata la mancanza di argomenti: vorrei esprimere la mia opinione su tanti fatti grandi e piccoli, su notizie che ogni giorno ascoltiamo, sui libri che ho letto ecc. ma cercherò di rimediare.
Intanto, per chiudere questa breve "pillola", vorrei segnalare un sito molto interessante ed utile per chiunque si occupi di scrittura o abbia voglia e necessità di scrivere in modo professionale: www.mestierediscrivere.com. L'ho appena visitato dopo un po' di tempo e devo dire che si trova sempre qualche spunto o suggerimento utile, oltre a link veramente selezionati.
A presto!

venerdì 19 settembre 2008

La scuola è il futuro della società o no?

Se avessi dei figli in età scolare in questi giorni sarei davvero avvelenata! Le voci che si susseguono sulla presunta riforma scolastica mi sembrano proprio follie: a parte il ripristino dei voti al posto dei giudizi (cambiamento più di facciata che di sostanza) o il voto di condotta (per il quale nessuno studente si è mai strappato i capelli), la cosa gravissima mi pare quella di voler ridurre le ore alle superiori, di tornare al maestro unico alle elementari e di abolire di fatto il tempo pieno o prolungato.
Ho paura che dietro queste annunciate riforme non ci sia alcun progetto coerente relativo alla scuola del futuro e soprattutto ho l'impressione che non ci sia la minima considerazione per le conseguenze e le ricadute sociali che tali riforme potrebbero avere.
Innanzi tutto, partendo dalle cose più pratiche, moltissime famiglie in cui entrambi i genitori lavorano avrebbero il problema dei loro figli "abbandonati" almeno per metà giornata e comunque dovrebbero procurarsi (a pagamento) un'assistenza per i bambini più piccoli (baby-sitter, strutture private). Poi, migliaia di insegnanti resterebbero senza lavoro: nessuno ha pensato come dovrebbero essere ricollocati?
Infine - ed è la prospettiva peggiore - si va incontro ad una scuola pubblica più povera, che offre servizi e cultura in misura minore e quindi prepara i ragazzi in modo peggiore. E' questo forse il sistema per risollevare l'Italia dalla crisi economica e morale e per innalzare la competitività nei confronti degli altri Paesi occidentali?
Una nazione che non investe sui giovani è una nazione destinata a soccombere...
Spero fortemente che questa riforma non sia approvata e che tutti i genitori si ribellino al modo vergognoso in cui viene trattato il futuro dei propri figli!!

giovedì 11 settembre 2008

Dopo la sicurezza, i rifiuti...

Altro tema caldo dell'estate 2008, oltre al problema sicurezza, è stato senza dubbio quello dei rifiuti e anche qui, più che soluzioni concrete,abbiamo visto, a mio avviso, soprattutto propaganda e operazioni di facciata.
Siamo tutti contenti adesso che le strade principali di Napoli sono ripulite? Non voglio minimizzare la cosa, è certo importante che una grande città europea sia stata riportata ad una situazione di normalità (o pseudo-normalità) ma ancora una volta il problema dei rifiuti è molto più complesso e radicato.
Ad esempio, ho partecipato recentemente ad un paio di giornate ecologiche, organizzate qui nel mio paese a Subiaco, e ho avuto un campionario della situazione ambientale piuttosto eloquente.
Lungo il fiume abbiamo trovato rifiuti di ogni genere (passeggini usati, copertoni di auto, buste di plastica, scarti di ferro, sedie rotte, bottiglie, lattine, perfino un frigorifero vecchio!); nel campo sportivo in località Cappuccini e nel boschetto annesso abbiamo trovato la sorpresa di una discarica abusiva di materiali edili di scarto, e per finire davanti alla scuola media c'è uno scandaloso ammasso di frigoriferi e elettodomestici usati!
Tutto questo nell'indifferenza dell'amministrazione (che ha riaffidato il servizio di raccolta rifiuti urbani ad una società fallimentare) e soprattutto dei cittadini, che non solo ignorano lo stato di degrado ma alimentano anche il malcostume.
E' sicuramente necessario applicare le normative previste, e anche le giuste pene per i trasgressori ma è altrettanto necessario cambiare l'atteggiamento personale: ognuno deve assumersi la propria responsabilità di fronte all'ambiente.
Piccoli gesti quotidiani servono come e forse di più dei grandi protocolli d'intesa: fumare una sigaretta e non gettare il mozzicone per terra, scartare una caramella e mettersi la carta in tasca, fare la raccolta differenziata dentro casa, chiamare il servizio raccolta rifiuti ingombranti quando si sostituisce il televisore o il frigorifero...Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte!

lunedì 4 agosto 2008

Sicurezza?

Il governo proprio oggi ha inviato i militari per le strade delle città italiane, allo scopo di aumentare la sicurezza dei cittadini. Il ministro La Russa ha dichiarato che solo chi ha "una preclusione sessantottina per le forze dell'ordine" (!) non è contento di vedere il territorio in cui abita sorvegliato e protetto.
Ora, vorrei sapere come mai solo io mi sento in agitazione se vedo tanti militari e uomini in divisa intorno a me e penso che sia successo qualcosa di grave e ho paura che ci sia un pericolo? Come mai solo a me la presenza dell'esercito nei luoghi nevralgici del nostro paese trasmette non sicurezza ma l'esatto contrario?
Sarà che solo io non sono una brava ed onesta cittadina?

lunedì 28 luglio 2008

Il valore delle scelte

Eccomi di nuovo qui, dopo diversi giorni di assenza. In effetti, tenere un blog è un impegno, che si prende innanzi tutto con se stessi, serve a darsi una certa disciplina, a scegliere gli argomenti che stanno maggiormente a cuore, così tanto da volerli condividere. Poi è sicuramente un impegno verso i lettori, che magari non saranno molti o anche immaginari ma se non si scrive per qualcuno sarebbe inutile farlo.

E quindi, è a volte una scusa dire e convicersi che non si ha tempo, che si è stanchi, che non si ha voglia...un impegno va mantenuto, ed è necessario farlo al meglio.

In questi giorni di "assenza", di cose nel mondo ne sono successe e decidere di parlare di una sola sarebbe davvero arduo. Dai temi politici (la giustizia, l'immigrazione, i diritti civili) allo sport (il doping, le olimpiadi) alla realtà locale e familiare ho solo l'imbarazzo della scelta.

Ecco, la scelta: questo è un tema importante, il tema dei temi, di cui si sono occupati fior fiore di pensatori e filosofi. Credo sia la mia croce e delizia: da un lato non sopporto in nessun ambito di essere costretta, ingabbiata, senza poter decidere liberamente; dall'altro mi ritrovo spesso e volentieri trafitta dai dubbi e macerata nell'indecisione di fronte ai bivi che la vita di ogni giorno ci pone di fronte.

Sì, perchè scegliere significa sempre rinunciare e quando si imbocca una strada, si perde irrimediabilmente l'altra. Io non riesco facilmente ad accettare questa perdita e solo con sofferenza alla fine faccio le mie scelte, decretando, così, la fine di tutte le opportunità che potevano aprirsi e che invece sono chiuse inevitabilmente.

A volte invidio tanto le persone che vanno sicuri per la loro strada, guardando sempre avanti, senza essere mai sfiorati dal dubbio. E' pur vero, che tra l'immobilismo e la presunzione di stare sempre nel giusto, ci sono mille sfumature...ma avete mai pensato seriamente a come la nostra vita sia tutta costellata da scelte non fatte, possibilità sfumate, strade dimenticate? E cosa saremmo noi oggi se a un certo punto avessimo preso un altro bivio, cioè scelto una scuola diversa, un fidanzato diverso, un viaggio diverso?

giovedì 10 luglio 2008

Le previsioni meteo

Avete notato come le previsioni del tempo e le notizie che riguardano il tempo atmosferico siano diventate preponderanti sia nei giornali sia in tv? Mi domando come mai il caldo d'estate e il freddo in pieno inverno siano diventate emergenze nazionali e che scopo abbia terrorizzare le persone con titoli sensazionalistici, che annunciano lo scioglimento del Polo Nord o la desertificazione per il prossimo week-end.
Mi viene un dubbio: ci sarà forse una precisa strategia per cui è meglio anestetizzare le menti dei lettori o telespettatori con false-notizie o false-emergenze piuttosto che analizzare i reali problemi del nostro tempo?

domenica 22 giugno 2008

Cultura e comunicazione, ovvero per una nuova cultura della comunicazione

Proprio ieri mi è capitato tra le mani un volantino che annunciava l'inaugurazione di una piccola mostra d'arte in una chiesetta del centro storico. Oltre al titolo e agli artisti della mostra, compariva un'introduzione che voleva spiegarne il significato.
Ebbene, era scritto in una lingua contorta e sgrammaticata che tutto era tranne che italiano, con frasi confuse e parole accostate alla rinfusa una accanto all'altra. Risultato: non si capiva assolutamente ciò che l'autrice aveva inteso dire, nè emergeva il significato o il tema oggetto della mostra. Forse è ancora diffusa l'idea che quando si parla di cultura (così come quando si parla di politica o di legge) è d'obbligo utilizzare i "paroloni" o le frase lunghe e complesse, come se usare un linguaggio semplice fosse inadeguato. Ancora è difficile far passare il concetto che se si scrive qualcosa o si espone un'opera o si fa un discorso per un pubblico si ha il dovere di farsi capire, altrimenti il messaggio diventa inutile.
Una qualsiasi comunicazione che non raggiunge il destinatario, cioè non viene compresa dal destinatario, è fallimentare e sarebbe meglio non farla. Ciò diventa tanto più vero quando ci si rivolge ad un pubblico indifferenziato, che non è obbligato a conoscere la materia di cui si parla, nel caso dell'esempio, una mostra d'arte. Alcune persone che si ritengono acculturate dovrebbero fare un atto di umiltà quando prendono la penna in mano e cercare di semplificare invece che di complicare: si renderebbero meno ridicole e soprattutto eviterebbero di massacrare la nostra lingua.
Ah, un'ultima annotazione: nel volantino in mezzo a tanti paroloni, non era indicato nè il luogo nè l'orario della mostra... Forse erano informazioni importanti, o no?

sabato 7 giugno 2008

Tempo libero

Discutevo qualche giorno fa sul modo migliore di impiegare il proprio tempo libero. Ascoltavo che per alcune persone è inconcepibile trascorrere anche i minuti liberi dagli impegni e dagli obblighi senza far niente o in occupazioni "leggere". Altri, invece, aspettano con ansia il fine settimana o i momenti liberi per dimenticare completamente i doveri, per spegnere il cervello e mimetizzarsi sulla superficie della vita.
Io, che in tutte le cose sono contro gli estremismi, credo che nel tempo libero (così come in tutti gli aspetti dell'esistenza) si dovrebbero mettere a frutto tutte le multiformi sfaccettature delle nostre anime: noi non siamo creature a senso unico, facilmente etichettabili ma piuttosto esseri complessi, con una capacità di comprensione e di accoglienza del nuovo e del diverso che non va sottovalutata.
Non penso sia corretto pensare che libri e tv siano in opposizione, che una serata a zonzo con gli amici sia più stupida di un concerto di musica classica: secondo me c'è un tempo adatto per tutto e queste diverse, a volte lontanissime attività sono da considerarsi come un insieme da cui poter scegliere a seconda del momento, della compagnia, dell'umore.
La varietà è sempre positiva; solo quando ci si fossilizza su un unico elemento, allora c'è da preoccuparsi.

martedì 3 giugno 2008

La meraviglia della natura


Mi sto avvicinando timidamente alla pratica dell'escursionismo e sto scoprendo la bellezza impensabile della natura vicino a noi. Mi piace quindi condividere qualche momento in cui la meraviglia del creato si fa tutt'uno con lo sguardo: ecco alcune foto scattate domenica scorsa lungo il sentiero che dalle Vedute porta al Santuario della Trinità. Spero che sappiate andare oltre il dilettantismo della fotografia e apprezzare ciò che di bello sa ancora offrire questo nostro maltrattato mondo.




venerdì 16 maggio 2008

Sulla precarietà

Leggo spesso articoli ed ascolto dibattiti sul tema della precarietà che investe soprattutto il mondo giovanile ed è innegabile che questo sia il principale problema della nostra generazione (intendo quella dei trentenni...o giù di lì). Mi è capitato non di rado di parlarne con amici o persone più grandi ed ho sempre sostenuto - un po' sul serio, un po' per ridere - che la mia sia la generazione più sfortunata dal dopoguerra ad oggi.
Con tale affermazione non mi riferisco, ovviamente, ad un malessere economico (ma in futuro forse dovremo fare i conti anche con quello) quanto piuttosto ad un malessere "esistenziale", che ci impedisce di fare progetti con serenità e fiducia, di immaginarci domani più ricchi e più felici, di avere bambini, di costruirci un futuro stabile, di affrancarci dalla condizione di eterni figli.
Secondo me la precarietà del lavoro è solo un aspetto del problema e non centrale. Il punto fondamentale non è che il lavoro possa essere temporaneo o che si debba cambiare lavoro tante volte nella vita; il nodo cruciale è l'IMMOBILITA'.
Infatti, non abbiamo la possibilità di entrare e uscire facilmente dal mondo del lavoro, di far valere le nostre capacità e di riceverne in cambio la giusta retribuzione e il giusto riconoscimento sociale: la società è bloccata e la mobilità sociale è intesa solo all'indietro. Finchè non muterà questa situazione, la precarietà diventerà la nostra condizione di vita "naturale".
Per consolarci, pensiamo che a volte la mancanza di certezze stimola la creatività... speriamo solo che non sia il preludio al venir meno del talento e dell'impegno.

domenica 11 maggio 2008

Qualcosa di nuovo sta nascendo...anche a Subiaco

Ieri 10 maggio qui a Subiaco si è tenuto a battesimo un nuovo movimento civico, che si chiama in modo emblematico "Cambiamo Subiaco".
Il progetto è scaturito dalla "folle" intuizione di un gruppo di ragazzi, provenienti da esperienze diverse e accomunati dalla passione civile, dall'amore per il proprio territorio e dalla volontà di non arrendersi al lento declino che sta investendo il nostro paese. L'entusiasmo e l'interesse che la presentazione del movimento ha suscitato è davvero incoraggiante, soprattutto perchè il movimento si muove con logiche nuove, parla un linguaggio diverso e moderno, si pone obiettivi ambiziosi e "scomodi" nella misura in cui non vuole facili scorciatoie ma soluzioni concrete ai problemi collettivi. La grande forza e insieme il grande rischio è l'eterogeneità dei componenti, che programmaticamente vogliono porsi come incontro e sintesi degli orientamenti e delle istanze più diverse e apparentemente più lontane.
C'è già stato (e probabilmente ci sarà anche in seguito) chi ha provato a tirare dalla sua parte il movimento per cercare di farlo aderire ai propri interessi oppure chi ha criticato forme e contenuti senza neanche attendere la prova dei fatti. Ma la critica è sempre segno di interesse e se questo movimento alla sua prima uscita ufficiale riesce già a suscitare dibattito, chissà cosa potrà fare quando passerà all'azione...
Non so immaginare ora se e cosa questo movimento saprà costruire ma ha già dimostrato che il nostro paese non è così addormentato come sembrava e può ancora risvegliarsi: basta guardare al futuro con fiducia, tutti insieme.
Grazie di questo inizio!

Per sapere come sostenere "Cambiamo Subiaco" ed essere informati delle prossime iniziative, segnalo con piacere il sito www.cambiamosubiaco.it.

giovedì 8 maggio 2008

Un libro da leggere e da consigliare


La fabbrica delle donne di Goffredo Buccini è un romanzo davvero toccante e potente: non lo conoscevo prima che me lo regalassero ma adesso, dopo averlo letto, sento di consigliarlo a chiunque ami le letture non convenzionali.
E' un libro contemporaneo e antico, è un libro assoluto, nel senso che parla dell'Uomo, delle sue debolezze, delle sua atrocità, dei suoi desideri, delle sue conquiste e per questo è come sospeso in un tempo e luogo indefiniti, anche se è ambientato ai giorni nostri.
Narra la storia semplice e tremenda nella sua banalità di un paese di provincia del Sud Italia, in cui globalizzazione e tradizione si scontrano, facendo emergere le paure più arcaiche che attanagliano i nostri cuori: la paura dello straniero, del diverso, del cambiamento. I temi toccati nel libro sono davvero profondi - lo sfruttamento del lavoro, la violenza sulle donne, la criminalità, il razzismo - e sono affrontati dal punto di vista di un ragazzino, che affronta quella che forse è la sfida più grande: il difficile cammino verso l'età adulta.
Su tutto troneggia un linguaggio originalissimo ed efficace, che sa unire a meraviglia l'italiano al dialetto e che adotta costruzioni delle frasi tipiche del parlato e per questo ancora più vivide.
E' un libro che fa sorridere per l'ingenuità di alcuni personaggi, che fa commuovere per il dolore della perdita, che fa agghiacciare per la malvagità a cui scende la gente "normale, che senza dubbio coinvolge e spinge ad arrivare alla fine.

Un affresco dell'Italia di oggi e dell'Italia di sempre, uno scrittore da scoprire e da apprezzare.

Il romanzo è pubblicato da Mondadori (http://www.mondadori.it/) e si può naturalmente acquistare anche on-line (http://www.ibs.it/ oppure http://www.bol.it/).

mercoledì 23 aprile 2008

Giornata internazionale del libro

Oggi è la Giornata internazionale del libro, riconosciuta dall'Unesco e in molte città d'Italia e del mondo si sono tenute manifestazione per promuovere la cultura e la diffusione della lettura.
La scelta di questo giorno da dedicare ai libri deriva da una consuetudine catalana, che prevede che gli uomini regalino una rosa alle donne, le quali devono contraccambiare con un libro. In Catalogna, oggi si festeggia San Giorgio e la leggenda vuole che dopo che il santo uccise il drago le gocce di sangue cadute a terra facessero fiorire appunto una rosa.
Mi pare una tradizione molto bella e romantica e sarebbe bello se si diffondesse anche da noi.

venerdì 18 aprile 2008

Il giochino dei no

Nel mio mondo ideale, dico no ai disonesti, a chi evade le tasse e si crede furbo, a chi si approfitta dei bambini e dei deboli, a chi ti fa le scarpe mentre ti sorride. No a chi tradisce e poi lo confessa, no a chi non sa ridere di sè, a chi non piange mai, a chi si piange sempre addosso.
Dico no a chi usa i calzini corti, a chi prende il caffè col dolcificante dopo un pranzo di nozze, a chi guida ubriaco e a chi non trova il tempo per giocare con i suoi bambini.
Dico no con fermezza e decisione a cipolla e aglio, alle giornate di pioggia, a chi canta cori razzisti allo stadio, a chi si trucca per andare in palestra.
Dico no a chi maltratta gli animali ma un no ancora più grande a chi non ha rispetto per le altre persone, a chi non legge mai un libro, a chi si vergogna di commuoversi.
Dico no a chi non riesce a dire "ti voglio bene" o "mi dispiace" o "grazie", a chi bestemmia, a chi è invadente, a chi non sa capire quando è meglio tacere.

E per voi, qual è la lista dei vostri "no" più importanti?

giovedì 17 aprile 2008

My cat

Ho letto recentemente che i blog tipo il mio possono essere etichettati come "cat blogs", perchè l'autore parla di sè, delle sue traversie amorose, dei suoi amici, del suo capo, del suo gatto e di qualsiasi altro argomento desideri affrontare su un diario personale pubblico. Questi blog sono creati per una cerchia ristretta di persone, di solito amici e conoscenti dell'autore.
Bene, siccome è proprio il mio caso, ho pensato che non poteva mancare su queste pagine una citazione del mio caro animaletto domestico: il mio gatto, appunto!!
Eccovi, dunque, la sua foto: non è deliziosa? Ah, per chi non la conoscesse ancora, il suo nome è Dolcenera.


martedì 15 aprile 2008

Un esempio per riflettere ed imparare

Mi hanno segnalato una storia molto importante, di quelle che colpiscono come un pugno in mezzo allo stomaco e lasciano un po' frastornati. Si tratta di un ragazzo, che come tutti noi immaginava la sua vita come un percorso lineare, tranquillo, divertente, aveva tanti progetti e sicuramente la voglia e la forza per realizzarli.
Poi, la vita fa strani giri e decide diversamente dalle nostre intenzioni.
Questo ragazzo a 25 anni subisce un gravissimo incidente stradale ed è costretto ad un intervento chirurgico molto delicato, il primo di una lunga serie. Da quel momento in poi entra in un tunnel doloroso, e trascorre anni su una sedia a rotelle, tra un ospedale e l'altro, tra una terapia riabilitativa e l'altra.
Con coraggio, lucidità e ferrea costanza questa persona straordinaria non si arrende e riesce a riappropriarsi della sua vita e a recuperare, seppur lentamente, le abilità motorie e l'uso della parola. Il protagonista della storia si chiama Antonio M. Donati (spero non si offenda se scrivo il suo nome) e ha raccontato con semplicità ed entusiasmo le sue vicende in un libro che si intitola "Le mie deue vite con un'anima sola".
Chi vuole conoscere meglio questa avventura contro il destino, può approfondire all'indirizzo www.geco.it/daem.
Io non conosco personalmente Antonio ma se leggerà queste righe vorrei che sentisse la mia stima e gratitudine per averci regalato fiducia.

Risultati elezioni

Come i più attenti lettori del mio blog noteranno, è "sparito" un post dal blog, e in particolare quello in cui tentavo di fare un'analisi della recente campagna elettorale dal punto di vista delle strategie comunicative.
Io ero e sono convinta che Veltroni e il Partito Democratico abbiano utilizzato uno stile più moderno e personalizzato di comunicazione politica; è evidente, visti i risultati, che questo stile non paga. Probabilmente perchè la maggioranza degli elettori è ancora sensibile alla propaganda di massa oppure perchè non gliene frega niente e sceglie i propri governanti non con la testa ma con la pancia.
Chissà... come dice Alessandra (o meglio, Miu...): "speriamo bene"!
Ad ogni modo, la sparizione del post è stata dovuta ad una mia sbadataggine, del resto sono ancora una blogger neofita. Mi scuso con quelli che avevano fatto i loro commenti.

martedì 8 aprile 2008

Intermezzo poetico...

Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto più puoi: non la svilire troppo
nell'assiduo contatto della gente,
nell'assiduo gestire e nelle ciance.

Non la svilire a furia di recarla
così sovente in giro, e con l'esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che divenga una straniera uggiosa.
(Konstantinos Kavafis)


Amo molto questa poesia e mi fa piacere condividerla con chi può apprezzarla.
Per approfondire, ecco cosa Wikipedia riporta di Kavafis: http://it.wikipedia.org/wiki/Kostantinos_Kavafis

A proposito di marketing

Ultimamente sto approfondendo l'argomento marketing ed ho trovato un libro davvero valido, dal taglio molto pratico e dallo stile amichevole ed accattivante. Non il solito manuale didascalico e noiosetto nè una raccolta di articoli o saggi ma una serie di consigli e di spunti da mettere subito in atto nel proprio lavoro, anche con un budget limitato. L'autore, Seth Godin, pare sia uno degli esperti statunitensi di marketing più "avanzati", nel senso che è sempre aggiornato sulle ultime tendenze. Il libro si intitola "I piccoli saranno i primi" ed è pubblicato in Italia da Sperling&Kupfer.
Questo è l'indirizzo del blog di Seth Godin: http://sethgodin.typepad.com/. E' in inglese, naturalmente, ma mi sembra piuttosto comprensibile.

domenica 6 aprile 2008

Consigli di lettura


Questa settimana ho comprato e letto l'ultimo libro di Camilleri "Il campo del vasaio". Ritorna il commissario Montalbano, in una storia che non deluderà gli appassionati: tradimenti, mafia, amicizia, amori e riflessioni dolci-amare sul teatro della vita. Camilleri condisce il tutto con il suo consueto stile ironico e la sua lingua così particolare, impastata di dialetto e di citazioni colte. Questa volta fin dal titolo, perchè il campo del vasaio è il luogo che i sacerdoti che arrestarono e processarono Gesù comprarono con i trenta denari restituiti da Giuda, dopo il suo pentimento. Questo campo, detto anche "campo del sangue" serviva, secondo il Vangelo, a seppellire i forestieri e quindi ha forti valenze simboliche: rappresenta il tradimento, lo straniero, il pentimento e la nostra paura di questi elementi.
Comunque, se avete letto le altre puntate della saga di Montalbano e non vi siete persi neanche un episodio in tv interpretato da Zingaretti, questo libro vi farà passare qualche serata piacevole in buona compagnia.
Il sito ufficiale di Andrea Camilleri è http://www.andreacamilleri.net/ ma non è aggiornatissimo. Invece, c'è un altro sito interessante, creato dai fan più sfegatati: http://www.vigata.org/. Il sito della casa editrice che ha pubblicato "Il campo del vasaio" è http://www.sellerio.it/.

giovedì 3 aprile 2008

Chi ben comincia...

Si sentiva proprio la necessità di intasare il web con un altro blog personale, che va ad aggiungersi alle migliaia già esistenti? Mi sono fatta questa domanda prima di lanciarmi nel mirabolante mondo dei social network e anche se la risposta probabilmente è negativa ho ceduto alla tentazione di avere anch'io il mio spazio sulla grande Rete, sperando di poter contribuire alla diffusione e alla condivisione di informazioni più o meno importanti o divertenti.
D'altra parte per chi come me ha scelto di lavorare nel campo della comunicazione, tenersi aggiornati sui nuovi strumenti di socializzazione e di scambio delle conoscenze è davvero fondamentale, quindi...ci provo!
Spero soltanto di riuscire a mantenere questo impegno e mi auguro che almeno qualcuno verrà ogni tanto a visitare il mio modesto blog!
Intanto, benvenuti a tutti!