domenica 30 novembre 2008

Finzione e realtà


Sembra un dato di fatto che l'uomo - e forse la donna ancora di più - abbia bisogno di una certa dose di finzione, vale a dire, abbia bisogno dell'immaginario oltre che dell'accaduto e del reale. [...] Preferisco dire che ha bisogno di conoscere il possibile oltre il vero, le congetture e le ipotesie i fallimenti oltre i fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre quello che è stato. [...] ogni percosro si compone anche delle nostre perdite e dei nostri rifiuti, delle nostre omissioni e dei nostri desideri insoddisfatti, di ciò che una volta abbiamo tralasciato o non abbiamo sceltoo non abbiamo ottenuto, delle numerose possibilitàche nella maggior parte dei casi non sono giunte a realizzarsi - tutte tranne una, alla fin fine -, delle nostre esitazioni e dei nostri sogni, dei progetti fallitie delle aspirazioni false o deboli, delle paure che ci hanno paralizzato, di ciò che abbiamo abbandonato e di ciò che ci ha abbondonato. Insomma, noi persone forse consistiamo tanto in ciò che siamo quanto in ciò che siamo stati, tanto in ci che è verificabile e quantificabile e rammemorabile quanto in ciò che è più incerto, indeciso e sfumato, forse siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere.
(Javier Marìas, Domani nella battaglia pensa a me)

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